Monghidoro "soggiorno API (Autonomia per l'inclusione)"

L’ultima settimana di agosto ho partecipato al Soggiorno ricreativo e abilitativo I.Ri.Fo.R. del Veneto a Monghidoro, sull’appennino bolognese, a cui hanno preso parte sia bambini, insieme ai loro genitori, sia ragazzi (11-16 anni) non accompagnati.

I.Ri.Fo.R. progetta ed eroga servizi per la formazione e la riabilitazione rivolti a persone con disabilità visiva. In particolare, a livello regionale (in questo caso Veneto) propone a bambini e ragazzi degli incontri mensili durante l’anno, mentre a livello nazionale finanzia il bando per il campo estivo che viene fatto a conclusione di tale periodo. I.Ri.Fo.R. del Veneto quest’anno ha partecipato al bando permettendo così ai ragazzi di svolgere un Soggiorno estivo per favorire la loro inclusione attraverso sia una maggiore promozione del benessere sia uno sviluppo di specifiche competenze con l’obiettivo di rendere loro più autonomi.

Avendo conosciuto la Fondazione Robert Hollman, che si occupa di ipovisione e cecità da 0 a 14 anni, mi ero già potuta confrontare con la realtà della disabilità visiva, ma mai con adolescenti “liberi dai genitori”.

Ho ancora in mente una scena: tre ragazze che si erano sedute sul davanzale della finestra, molto agilmente, nonostante la poca o addirittura assente visione, si sono calate all’interno della loro stanza. Ridevano e avevano fatto le corse proprio per non farsi cogliere in flagrante da me che stavo aprendo la porta. Ecco, in quel momento (a parte lo spavento che potessero farsi male) mi è venuto da sorridere col cuore: vedevo semplicemente tre ragazze che si stavano divertendo insieme come adolescenti qualunque.

Questo ed altro l’ho osservato nelle escursioni, nelle arrampicate, nei momenti di condivisione. Tutte situazioni che hanno permesso di far emergere in ognuno di loro la necessità di stare con coetanei che, come loro, capivano cosa significasse avere una disabilità, ma che, proprio per questo, se ne curavano fino a un certo punto: l’importante era la relazione e il rapporto che si creava.

È stato bello e significativo vederli fare fatica insieme per raggiungere un obiettivo, ma anche confrontarsi, rattristarsi, arrabbiarsi e, alle volte, ridere delle proprie difficoltà.

In diversi momenti ho potuto rendermi conto della frustrazione nel non riuscire a capire dove ci si trovi perché non si hanno riferimenti (è l’ingresso? Sono al primo piano? Sono in sala da pranzo?), ma anche la forza di volontà, chi più chi meno, nel mettercela tutta per superare i propri e altrui ostacoli e stare insieme ai compagni.

Credo che, come in molte esperienze lavorative che ho fatto, ancora una volta siano stati più i ragazzi a darmi lezioni di vita che io a rendere piacevole il loro Soggiorno.

Ogni tanto mi piace ricordare i racconti, le scene e le emozioni che hanno condiviso con me. Ringrazio tanto loro e tutti gli operatori con cui ho lavorato. Dopo una settimana anche i ragazzi che inizialmente sarebbero voluti andare via i primi giorni hanno cambiato idea… sarebbero rimasti ancora! Che dire: non potevano trovarmi più d’accordo! Paesaggio Monghidoro